Addendum - Newsletter sedie.ws n.01 Gennaio 2010

Alessandro D'Angeli - progettare un elemento di design

SEMEeBOCCIOLO

PROGETTARE UN ELEMENTO DI DESIGN
di Alessandro D'Angeli


"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?"
Joseph Conrad

Considero il design come modo di progettare, un modo che, "pur essendo libero come la fantasia ed esatto come l'invenzione, comprende tutti gli aspetti di un problema, non solo l'immagine come la fantasia, non solo la funzione come l'invenzione, ma anche l'aspetto psicologico, quello sociale, culturale, economico, umano. Si può parlare di design come progettazione di un oggetto, di un simbolo, di un ambiente, di una nuova didattica, di un metodo progettuale per cercare di risolvere problemi collettivi."

Perché parlare di design è parlare di collettività, quindi nel tempo che siamo, di contemporaneità. La contemporaneità del design globale ed atemporale, ha prodotto una estetica che ha come elemento gerarchico, nella scala dei nuovi valori, al primo posto l'elemento ibridativo. E dire ibridatico vuol dire immaginare un'estetica del prodotto che si modula fino a quei territori le cui caratteristiche estetiche sono sublimate da ogni tipo di contaminazione.


SEMEeBOCCIOLO

Per l'architetto svizzero Bernard Tschumi, l'architettura - messa sul piano del linguaggio - suggerisce una condizione dell'inconscio intesa nell'accezione freudiana del frammento, come molteplicità dialettica di un processo: "Frammenti di architettura (pezzi di muri, di stanze, di strade, di idee) sono tutto ciò che si può di fatto vedere. Questi frammenti sono come inizi privi di conclusione. C'è sempre una scissione tra i frammenti che sono reali e i frammenti che sono virtuali, tra la memoria e la fantasia". Concepisco quindi la definizione minima di progettazione, nella relazione stabilita tra Spazio, Movimento ed Evento. Proietto nei miei lavori intenzionalmente la disgiunzione dei rapporti gerarchici tra funzione, forma e valori sociali. Da qui scaturisce che il design, astratto e concreto, deve prendere al più presto materialità poiché la progettazione è prima di tutto la materializzazione del concetto.

NASCONDINO by CUPROOM

Bisogna poi far intervenire immediatamente anche la parte dell’evento, la parte dell’aleatorio, la parte dell'illusione. Il designer oggi, non come l'inventore classico, deve avere la capacità liberatoria di prendere in prestito spezzoni, monconi di altre immagini, di altre materie, di altri reperti, e riusarli, piegandoli hai propri progetti; ha la capacità e l'arroganza di saccheggiare altre arti, altri media; di essere altre arti, altri media.

SCALACOLORE stendino paravento

Alessandro D’Angeli nasce a Roma nel nevoso gennaio del 1985. Fin da giovanissimo vive in relazione all’arte ed alla creatività, dovuta ad un forte attaccamento ai suoi preziosissimi mattoncini Lego. Contemporaneamente a questa sorta di “ossessione - autismo” si avvicina ad alcune delle forme d’arte che hanno segnato la sua adolescenza: Writing, fumetto e i telefilm anni ’80 in modo particolare MacGyver. Grazie a questo personaggio scopre la facoltà in Disegno Industriale di Roma, che termina nel 2009, con la specializzazione in Product Design.

BOBBY

Nel 2006, in concomitanza con una collaborazione con SLAMP, partecipa al Corso di Alta Formazione di “Innovazione di processo e di prodotto”. Nel 2008 crea, sviluppa e mette in scena il concorso - mostra - evento SUNLAB: FOR A CREATIVE OUTDOOR con il ruolo di di Art Director e General Coordinator; sempre nello stesso anno collabora con l’azienda UNOPIU’. Nel 2009, crea un catalogo di prodotti in autoproduzione e collabora con piccole e medie imprese e artigiani del Lazio Design System.

Ora si occupa di product e graphic design come Designer e come Art Director per diverse aziende italiane; è Curatore e Coordinatore di esposizioni e fiere. Numerose le menzioni e le pubblicazioni ricevute per i suoi lavori.




Alessandro D'Angeli

Alessandro D'Angeli
product&graphic designer


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