PROGETTARE UN ELEMENTO DI DESIGN
di Marc Sadler
Quello del design non è certo un modello statico, alterna periodi di grande luce a momenti più bui e difficili, come quello che sta attraversando ora, di pari passo con la crisi che colpisce tutti i settori e che fa seguito ad anni di generale ubriacatura da "design" che aveva per così dire contagiato tutti fino all'esasperazione.
Personalmente provo a ricavare da questa situazione nuova forza per reinventare il mio ruolo, rimettere in gioco la mia professione e la mia esperienza, osservo il nuovo consumatore e noto con orgoglio che sta maturando una rinnovata coscienza critica tesa a premiare sempre più il prodotto di contenuto piuttosto che il prodotto per così dire "auto celebrativo", etichettato come "bello" solo perché disegnato dal tal nome piuttosto che promosso dal tal brand.
A prescindere dal momento storico il mio punto di vista non è poi così cambiato negli anni: la meta principale per me è sempre stata riuscire a realizzare bei prodotti dal contenuto tecnico o estetico riconoscibile nel tempo.
Sono fermamente convinto che sia il buon design a fare le aziende e non viceversa, e il buon design è sempre il risultato di un mix di interventi fra designer e impresa. Non a caso, quando mi sono laureato nel lontano 1968 all’Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs, il design si chiamava ancora "estetica industriale".
La ricerca e la sperimentazione di materiali sono elementi fondamentali del mio pensiero progettuale e di conseguenza del mio percorso professionale, ma le mie fonti di ispirazione sono innumerevoli: la natura, flora e fauna insieme sono capolavori di design, il regno minerale, ma anche la storia e tutte le soluzioni studiate dall'uomo per qualsivoglia finalità; sono una persona molto curiosa e quindi un grande osservatore di tutto ciò che accade e mi circonda.
Resta ben salda in me la convinzione che lo scopo di un progetto legato al mondo dell'industria stia naturalmente nel successo commerciale, ma le vie per raggiungere tale obiettivo sono tante, personalmente scelgo quella di provare a interpretare il gusto del pubblico mantenendo saldi i principi della mia "etica progettuale" e rifiutando di piegarmi a determinati schemi estetici che non condivido.
Marc Sadler è nato in Austria, è cittadino francese, vive attualmente a Milano. Si è laureato nel 1968 all'Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs a Parigi, a conclusione del primo corso di <<design industriale>>, già allora in Francia considerata una disciplina divisa dall'architettura, ed identificata con il nome di "esthétique industrielle".
Da subito dedito alla sperimentazione con le materie plastiche, tema della tesi e grande curiosità personale, all’inizio degli anni '70 mise a punto il primo scarpone da sci in materiale termoplastico, poi industrializzato dall’italiana Caber.
La strada fu aperta verso una pluriennale e fruttuosa collaborazione con la Caber (successivamente Lotto) che portò tra l'altro al brevetto dello scarpone con scafo simmetrico, per parecchi anni il più venduto al mondo. E' questa l'origine della specializzazione nel "design dello sport", che lo ha portato a lavorare con tutte le più importanti multinazionali dello sport negli Stati Uniti, Asia, Giappone ed Europa.
E' stata un'esperienza che gli ha permesso di maturare una competenza composita sulle materie e tecnologie di lavorazione. La "provenienza" dal settore sportivo, dove la ricerca e sperimentazione di nuovi materiali e processi produttivi è più diffusa, gli ha consentito di esportare conoscenze in settori dove il design in senso classico è da più tempo radicato.
Apolide in senso lato (ha vissuto ed esercitato la professione in Francia, Stati Uniti, Asia e Italia), oggi forse solo temporaneamente installato a Milano, collabora continuativamente con importanti aziende nel settore dell’arredamento, dei piccoli e grandi elettrodomestici, dell’illuminazione, dei prodotti più tecnici, oltre che ancora fortemente impegnato nel settore dello sport con collaborazioni più che ventennali.
Alcuni riconoscimenti ricevuti nel corso degli anni:
"Design Plus" (Frankfurt) - 1995 - per box Apotheos di Albatros;
"Compasso d'Oro" ADI (Milano) - 1995 - per lampada Drop di Flos;
"Auszeichnung für Gutes Design" (Hannover) - 1996 - per lampada Drop2 di Flos;
"Créateur de l'Année" (Paris) - 1997;
"Compasso d'Oro" ADI (Milano) - 2001 per le lampade Tite e Mite di Foscarini;
"Design Plus" (Frankfurt) - 2001 - per bilancia da cucina Grammy di F.lli Guzzini;
"Auszeichnung für Gutes Design" (Hannover) - 2007 - per lampada Twiggy di Foscarini;
"Compasso d'Oro" ADI (Milano) - 2008 - per libreria Big di Caimi Brevetti;
"Segnalazione Compasso d’Oro" ADI (Milano) - 2008 - per lampada Twiggy di Foscarini.
Il suo Motorcyclist's Back Protector (paraschiena disegnato per Dainese) è nella collezione permanente di design del MOMA di New York e la Mite di Foscarini fa parte della collezione design del Beaubourg di Parigi.
A dispetto della pur meritata reputazione di designer tecnico, Marc Sadler è artista dal talento riconosciuto nel disegno, pittura e scultura, sensibile ed emotivamente coinvolto al punto di considerare la pittura la sua passione più vera, fonte di tormenti creativi, e per questo praticata a livello intimistico.
CLIENTS: Alu, Caimi Brevetti, Dainese, Flou, Foscarini, Gruppo Euromobil, Karol, Kerasan, Lema, Martinelli luce, Robots, Serralunga, Skitsch.
Marc Sadler
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